Educazione sentimentale. Una materia in più

 

Educazione sentimentaleL’educazione sentimentale è arrivata alla Camera dei deputati, in Commissione Istruzione e cultura. Cha cosa è l’educazione sentimentale? Un romanzo dell’illustre scrittore francese, Flaubert? Si, sicuramente. Ma nel nostro caso, facciamo riferimento ad una proposta di legge che ha raggiunto il consenso tramite la piattaforma change.org.

Celeste Costantino, deputata della XVII legislatura per Sinistra ecologia e libertà, lanciò insieme ad Associazione da Sud, su change.org  la proposta di iniziativa parlamentare “1 ora d’amore: Introduciamo l’educazione sentimentale nella scuola con l’obiettivo di formare l’uomo ad accogliere ogni piega dell’espressione affettiva e cognitiva, senza pre-giudizi e condizionamenti sociali che, a volte, de-generano nella violenza e nell’aggressività sociale.

Un’educazione sentimentale dunque di flauebertiana memoria che si collega direttamente ai bisogni e alle necessità dell’uomo, ai suoi diritti e ai suoi doveri senza alterazioni psico-sociali.

La proposta fa riferimento alla Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia, che mira a prevenire la violenza contro le donne, partendo da una ri-considerazione culturale ad ampio spettro, come ben descritto nella proposta. Da cui trascriviamo il seguente stralcio: “

“… Il III capitolo della Convenzione si esprime sufficientemente nel merito delle politiche di prevenzione da adottare. L’art.12, comma 1, obbliga le parti ad adottare “le misure necessarie per promuovere cambiamenti nei modelli di comportamento socio-culturali di donne e uomini per sradicare i pregiudizi, i costumi, le tradizioni e le altre pratiche basate sull’idea dell’inferiorità della donna o su ruoli stereotipati per donne e uomini”;

al comma 4 si obbligano le parti a prendere le misure necessarie per incoraggiare tutti i membri della società, soprattutto uomini e ragazzi, a contribuire attivamente alla prevenzione di ogni forma di violenza che rientra nell’ambito di applicazione della Convenzione; al comma 6 si obbligano le Parti ad adottare le misure necessarie per promuovere programmi e attività per l’empowerment delle donne”.

1 ora di amore

Celeste Costantino in modo suggestivo e penetrante, senza sconti ai comportamenti e abitudini cristallizzati dal tempo e dal pensiero “unico” si, e ci, interrogava nel seguente modo:

Perché se una bambina picchia è un “maschiaccio”? E se un bambino piange è una “femminuccia”? Perché le ragazze possono camminare mano nella mano e i ragazzi no? Perché si studia Gabriele D’Annunzio e non Sibilla Aleramo? Perché se mamma non lavora è normale ma se non lavora papà è una vergogna?

Perché #1oradamore? Sono solo alcuni dei “perché” a cui vuole provare a rispondere la proposta di legge sull’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole di cui sono prima firmataria.

Parlare di femminicidio non basta più se viene trattato come atto conclusivo del fenomeno. E non basta invocare la prevenzione, tanto contro la violenza sulle donne quanto sul bullismo e l’omofobia: la prevenzione bisogna costruirla, uscendo dall’ottica securitaria, insegnando un’altra educazione civica.

Benché esistano esempi di autonomi progetti scolastici sul tema, è importante fare una legge che miri a fare di essi un virtuoso modello nazionale.

Ad oggi, esistono numerose iniziative scolastiche che mirano a potenziare l’intelligenza emotiva, come potenziamento delle capacità del discente, ma non costituiscono un corso istituzionale, come accade in molti paesi europei ed oltreoceano.

La petizione evidenzia come l’intelligenza emotiva sia un elemento fondamentale nella crescita della persona e, come ogni altra forma di capacità umana, va analizzata, compresa e potenziata. Per questo motivo la scuola, deputata in parte, allo sviluppo della persona, contribuisce in modo essenziale alla formazione del futuro cittadino in grado di gestire la propria emotività e di relazionarsi con l’ambiente esterno in modo lucido e accogliente.

A chi di noi adulti, non risuonano nelle orecchie frasi del tipo: “ C’è l’hai il fidanzatino/a? A seconda del sesso del bambino/a; ma che fai piangi come una femminuccia. La stereotipazione di genere provoca un solco profondo sia nelle scelte formativo-professionali che nelle relazioni tra individui.

Fin dalla più tenera età, sembra che la società ci voglia indirizzare verso una scelta di genere, partendo dagli stessi giochi; la macchinina al maschio e la bambola alla femmina, interessante a questo proposito la tesi Ruolo di genere: giocattoli tra stereotipo e socializzazione di Tomaso Cimini, Involontariamente, un’educazione “di genere”, si suggerisce modelli e comportamenti psico-sociali da adottare e che l’essere umano assimila e apprende, come se facesse parte della propria natura, ma non sempre è così.

La conoscenza e la gestione dei propri sentimenti, vedi delle proprie emozioni comporta una comprensione di noi stessi e degli altri, rendendoci più percettivi, più aperti al dialogo, allo sguardo e al gusto degli altri; un autentico circolo virtuoso in grado di abbattere confini interni ed esterni e di costruire un’esistenza sostenibile a livello individuale e sociale. Non esistiamo senza agli altri, allo stesso modo che non esistiamo senza noi stessi.

L’omofobia e il bullismo, oltre alla violenza contro le donne, si possono, almeno in parte, prevenire con un’adeguata “educazione sentimentale” che comprende l’educazione all’emotività, al ri-conoscimento di emozioni e della loro gestione.

Come si legge nella proposta:

“… Nella società gli stereotipi maschili e femminili invadono il quotidiano sia in ambito privato che pubblico. Se in alcuni casi in ambito privato viene svilito il ruolo della donna ed esasperato quello dell’uomo, la scuola ha il dovere di poter fornire gli strumenti per una lettura paritaria del genere. Se il sistema mass mediatico fornisce una rappresentazione schiacciata solo sulla mercificazione del corpo femminile, la scuola ha il dovere di ristabilire un equilibrio della sua immagine. I giovani e le giovani si abituano ad una visione inflessibile dei ruoli sessuali. E’ così che l’identità di genere che sfugge a questa visione viene fortemente stigmatizzata.”

La proposta, oltre all’ora curricolare all’interno dei programmi della scuola primaria e secondaria, prevede la costituzione di corsi di studi di genere in ambito universitario e, se già esistenti, a potenziarli così da sviluppare le competenze per l’insegnamento di “educazione sentimentale”.

 

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