Corruzione-mafia, binomio inscindibile che paghiamo a caro prezzo

Tra i buoni propositi per il 2018, l’Italia dovrebbe includere, senza ulteriori indugi, la lotta alla corruzione e alle mafie.

Lo diceva già Giovanni Falcone che mafia e corruzione sono la stessa cosa; lo ripetono oggi gli attori che vi si confrontano quotidianamente.  Scrive il magistrato Pier Camillo Davigo che dall’inizio della sua attività – quarantennale –  ha modo di “esaminare da vicino e nel lungo periodo fatti e protagonisti di questi 2 ambiti diversi ma strettamente correlati”. Gli fa eco il collega Nino Di Matteo (nella foto a lato). Condannato a morte da Cosa Nostra, in un’intervista a MicroMega di qualche tempo fa, Di Matteo afferma che mafia e corruzione sono “2 facce della stessa medaglia, due aspetti distinti di un unico sistema criminale integrato”, sottolieando che la magistratura, se non è aiutata e sostenuta dalla politica, non  riesce ad estirpare la patologia nel sistema malato.

La politica e gli elettori

Ma come reagisce la politica di fronte alla criminalità organizzata? Dove penetra la mafia il sistema politico è foraggiato dal voto di scambio.

Un potenziale partito del 4%.  C’informa l’Istat che sono 1 milione e 700mila, pari al 3,7% della popolazione fra i 18 e gli 80 anni, le persone alle quali sono stati offerti denaro, favori o regali per ricevere il loro voto alle elezioni europee, amministrative e politiche. E’ quanto emerge dal rapporto pubblicato nel novembre 2017 dalle associazioni Libera e il Gruppo Abele, le quali per analizzare il complesso fenomeno della corruzione si sono avvalse della collaborazione del professore di economia all’Università di Bologna, Lucio Picci, uno dei maggiori studiosi del fenomeno.

Un partito potenziale, dicevamo, del 4%, che raggiunge i suoi picchi nel corso delle elezioni amministrative nel Sud e nelle Isole. Sono 3 milioni e 858mila gli italiani che hanno dichiarato di conoscere personalmente una persona – parente, amico, collega di lavoro, vicino di casa – a cui è stato offerto un favore in cambio del voto. In quest’ampio scenario si contraddistingue la Puglia dove quasi 1 cittadino su 4 ha dichiarato di conoscere “qualcuno a cui è stato proposto il voto di scambio”.

Ma i numeri che colpiscono di più sono quell’88% di italiani per i quali “tangenti, conoscenze e raccomandazioni sono la via più facile per ottenere un certo servizio pubblico” e il 75% (contro il 56% della media europea) convinto che solo avendo contatti con la politica si raggiunge il successo negli affari.

I partiti

E come si comportano i partiti? Risponde Libera che scrive: “I partiti hanno rinunciato ad esercitare qualunque giudizio etico sui loro iscritti (e dirigenti ndr) rinviando ogni valutazione all’attesa dei verdetti penali”.

Nel frattempo nel periodo 2015-16 il numero di indagati per corruzione per favorire un “sodalizio mafioso” in tutte le Direzioni Distrettuale Antimafia (DDA) ammonta a circa 200 casi, e 260 per i reati di “turbativa d’asta aggravati dall’ articolo 7 dl152/91”, ancora una volta, dunque, con la “finalità di agevolare un sodalizio mafioso”.

Quanto ci costa la corruzione

Arturo Gnesi, medico e sindaco di Pastena (Frosinone) autore di 4 libri – il più recente è Un paese all’ingiù – Storie di ordinaria distrazione tra vizi e virtù di una società smarrita” afferma che “non esiste legalità e giustizia; c’è un progressivo impoverimento oltre che etico e culturale anche economico e finanziario”. Il rapporto di Libera e il Gruppo Abele lo ha calcolato ed è superiore al previsto: se in Italia ci fosse il livello di corruzione che si riscontra in Germania, il reddito annuo degli italiani sarebbe più alto di quasi 10mila euro pro capite, passando dai 26.600 euro (dati Istat 2014) a circa 36.300.

Meno sangue, più corruzione

“Se oggi non si spara” sostiene Arturo Gnesi (nella foto a lato)  “è perché la mafia trova, nonostante tutto, molte porte aperte e uffici a disposizione”.   Posizione condivisa dal rapporto delle associazione, dove leggiamo “che le organizzazioni criminali seguono un nuovo metodo: meno sangue più corruzione”.

Corrompere, dal latino corrumpere etimologicamente  significa rompere. “Chi corrompe”, conclude Libera “rompe il Paese”.

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