Ciclabili, è boom! Ecco l’Italia che pedala (e non fa notizia)

C’è un’Italia che pedala, eccome se pedala! E’ quella che lo fa sulle piste ciclabili, un vero e proprio must delle amministrazioni locali di un po’ tutto il Bel Paese. Non senza polemiche e, soprattutto, piuttosto in sordina: eppure, l’evoluzione che sta avendo l’attenzione sul tema farebbe quasi quasi venir voglia di fare titoli roboanti e grandi acclamazioni, titoli e acclamazioni che un po’ mancano nel panorama dei media mainstream…

Il rapporto Continental: “Ciclabili, +47%”

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Cominciamo – come spesso facciamo – con un po’ di numeri. Quelli su cui ci basiamo sono quelli dello studio messo a punto dal Centro Ricerche Continental Autocarro. Pubblicato a metà dicembre dell’anno scorso, il rapporto Continental prende in considerazione analisi, rilevazioni e considerazioni relative al periodo 2008 – 2015. Un periodo, lo abbiamo già detto, nel quale la qualità e – soprattutto – la quantità delle piste ciclabili del Bel Paese è praticamente lievitata: “In Italia dal 2008 al 2015 le aree pedonali sono cresciute del 27,2%, le Ztl (zone a traffico limitato) del 5,1% e le piste ciclabili del 47,7%“. Il rapporto, infatti, elaborando dati Istat sul tema aveva come oggetto proprio questi tre indicatori dell’aumento della qualità della vita delle nostre aree urbane: Ztl, Piste ciclabili, aree pedonali. Ma sono soprattutto le bici a destare le migliori sorprese.

A Bi Ci: “Ciclabili: solo 20 città a livello europeo”

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A onor del vero, non ci sono solo buone notizie. Perché, è giusto dirlo, questo aumento non deve far immaginare piste ciclabili che spuntano come funghi lungo tutto lo Stivale allo stesso modo. Ad esempio: “L’Italia pedala e punta alla mobilità sostenibile, ma non tutta e soprattutto molto di rado nelle grandi città” dice il rapporto A Bi Ci nella sua ultima versione, quella del 2015 che però fa riferimento a dati freschi solo fino al 2012, e da lì in poi si basa su prospettive ed elaborazioni. Il dato, comunque, è evidente: le grandi città hanno più difficoltà a mettersi al passo delle altre bici più “provinciali”. Ma ci stanno provando, e questa è già una notizia.

Roma e il Lazio: boom (piccolo piccolo…)

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Facciamo qualche esempio, per rendere più saporito il nostro esporre, e per farlo partiamo dalla Capitale. Roma – si sa – patisce un deficit di infrastrutture di mobilità atavico, quasi, surreale. Ma qualcosa si sta muovendo: nel Lazio (sempre dati Continental) le piste ciclabili sono passate dal 2008 al 2015 da 240 a 289,9 chilometri, con un incremento pari al 20.8%. Ok: non è granché. L’Emilia Romagna – lo vedremo tra un paio di paragrafi – è attraversata da più di 1200 chilometri di piste ciclabili. Ma tant’è: l’incremento è considerevole. Soprattutto considerando che l’Urbe ha partecipato attivamente a conseguirlo: rispetto alla media regionale, infatti, Roma Città è sopra media, con un +24.8%. Insomma: wow, qualcosa si muove anche nella Capitale!

Sardegna: +353,7%. Praticamente, le ciclabili le han costruite tutte ora

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Emblematico è il caso della Sardegna. Nell’Isola tra il 2008 e il 2015 (sì, sono ancora dati Continental) le piste ciclabili sono aumentate del 353.7%. Incredibile? Non tanto: in pratica, i sardi hanno cominciato ora a costruirle, le piste ciclabili. Nel periodo preso in considerazione, infatti, le piste adibite al solo uso delle bici sono passate da poco più di 13 a ben più di 61 chilometri. Sembra un’inezia, ma anche questo è un segnale di inversione di tendenza. Ed anche qui A Bi Ci viene in qualche modo sconfessata: la miglior performance è proprio quella della Città più città di Sardegna: Cagliari, con un +1900%

Emilia Romagna: è una svolta (cospicua!)

Veniamo ora ad esempi un po’ più cospicui. E per farlo andiamo in una Regione “ciclistica” da sempre: l’Emilia Romagna. La terra dei campioni delle due ruote cominciava il periodo preso in esame (siamo, quindi, nel 2008) con una rete di piste ciclabili nei capoluoghi di provincia pari a 839 chilometri. Ebbene: averne di più dei colleghi degli altri territori italiani non ha frenato la spinta ecologica degli amministratori emiliani e romagnoli. Nel 2015, infatti, i vari capoluoghi di provincia della Regione erano dotati – lo abbiamo già detto – di ben più di 1200 chilometri. Sì, più 48.5%. Guardando i singoli capoluoghi, è il Comune di Ferrara che fa registrare la crescita maggiore di piste ciclabili (+90,5%) seguita da Modena (+66%), Reggio Emilia (+57%), Bologna (+54,5%), Piacenza (+52,8%), Parma (+46,7%), Forlì (+37,6%) e Rimini (+26,5%). Chiude il Comune di Ravenna con un aumento delle piste ciclabili del 3,5%.

La bici è lumbard

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In Lombardia la scelta di andare in bicicletta è una consuetudine. I capoluoghi di provincia della Regione infatti figurano quasi tutti nelle prime quindici posizioni per chilometri pro-capite dei propri cittadini: Brescia è terza, Mantova quinta, Bergamo ottava, ed entro le primissime si contano anche Lodi, Milano, Sondrio e Cremona. E Milano fa bene anche nell’incremento dei chilometri di pista: dal 2008 al 2013 (questi sono dati regionali) le strisce ciclabili sono aumentate nel capoluogo meneghino di ben 46.9 km (ricordate? quanto tutta la Sardegna messa insieme!).

De Magistris ha fatto scoprire la bici ai napoletani

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Dal 2008 al 2015, a Napoli, è successo un fatto epocale: nel 2012, infatti, è stata aperta la prima vera ciclovia: 20 chilometri di pista ciclabile che attraversano la città dalla periferia occidentale sino al centro. I chilometri  di pista ciclabile si snodano tra centri di pubblico interesse (Viale Kennedy, Università di Ingegneria, Viale Augusto, Piedigrotta) e punti panoramici come Via Caracciolo, via Partenope e Castel dell’Ovo. Ovviamente, bisogna tener conto delle caratteristiche peculiari della città: i sali scendi continui, le colline, le salite e le discese non rendono semplicissimo l’uso della bici. Così come le polemiche: non tutti i napoletani – così come capita da tutte le parti d’Italia – hanno apprezzato l’intervento. L’obiettivo della Giunta De Magistris di tentare di fare di Napoli una capitale europea “smart” sembra così naufragare per la mancanza di “un’educazione civica adeguata sia di infrastrutture collaterali ad hoc” scrive www.ideegreen.it.

05/02/2013 Roma, trasmissione Ballarò. nella foto Luigi De Magistris, sindaco di Napoli

C’è chi – nella tradizione del “sarebbe più importante fare…” -non voleva una pista ciclabile ma piuttosto più aree parcheggio, più sicurezza nelle scuole comunali e una migliore gestione dei servizi di trasporto pubblico che attualmente vertono in uno stato di degrado spaventoso. Il tutto è sfociato anche in sit in di protesta lo scorso settembre quando la ciclovia partenopea è stata oggetto di lavori di restyling. Sit in e proteste che, comunque, non hanno intaccato quella che è e rimane una delle più belle piste ciclabili d’Italia…

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