2 novembre. Contro l’impunità dei delitti commessi verso chi “libertà va cercando”

Tag per delitti impuniti giornalistiIl 2 novembre è la Giornata internazionale contro l’impunità dei delitti commessi contro la stampa, istituita dall’Unesco nel 2013.

Il 90% dei delitti dei giornalisti è impunito; aumenta il numero  delle giornaliste assassinate, dopo l’incremento del 5% registrato nel 2006, sale al 10% nel 2016. Complessivamente sono 930 i giornalisti che dal 2006 hanno perso la vita per portare avanti il loro lavoro.  In America Latina sono 142 i giornalisti uccisi negli ultimi 5 anni, di questi 17 in Messico.   Questi i dati che le Nazioni Unite pubblicano il 2 novembre 2017, ricordando che “la sicurezza del giornalista è vitale affinché le società e le democrazie abbiano accesso a un’informazione indipendente” fonte primaria per il dialogo interculturale e la pace.

Il 90% d’impunità dei delitti commessi contro i giornalisti equivale, non per iperbole, al 90% di minaccia alla libertà di stampa.  Un grave atto d’ingiustizia verso le vittime e un danno per le società: per quelle libere che vedono mettere a repentaglio la loro stessa libertà, per quelle che aspirano e che combattono ogni giorno per conquistarla.

Perché si ferma il lavoro dei giornalisti a costo di ucciderli? Perché i loro assassini rimangono senza nome e senza volto? Spiega l’Onu che l’impunità copre la corruzione e i gravi abusi e crimini dei diritti umani: uccidere un giornalista che indaga  significa “silenziare” esattamente  “quel tipo di informazioni” che mantiene viva la democrazia.  E l’impunità incoraggia i criminali e porta maggiore violenza, creando un “circolo vizioso”.

In Italia

In Italia la Giornata mondiale contro l’impunità è promossa da Ossigeno – acronimo per Osservatorio su Informazioni Giornalistiche e Notizie Oscurate, fondata nel 2008 e l’Ordine nazionale dei Giornalisti.  L’’organizzazione documenta e monitora la situazione della stampa italiana che di certo non gode di buona salute: dall’1 gennaio 2006 a oggi sono 2800 i giornalisti, blogger, fotoreporter e video reporter minacciati; 15 vivono sotto scorsa; 28 i giornalisti uccisi dal 1945 a oggi, molti vittime delle organizzazioni criminali e del terrorismo.

Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana) sottolinea un’altra forma d’intimidazione, figlia della precarizzazione del lavoro degli ultimi anni. “Lavoratori più deboli, sono lavoratori meno garantiti” afferma Lorusso “Giornalisti sempre più precari sono giornalisti più ricattabili, quindi meno liberi di fare il loro lavoro nell’interesse esclusivo dei cittadini a essere informati.  Esiste una gigantesca emergenza-lavoro in tutta l’Unione Europea” termina Lorusso “che nel caso dei giornalisti, contribuisce a rendere i cittadini più deboli perché meno informati e più esposti al dilagare delle notizie false”.

In occasione della ricorrenza Ossigeno ha organizzato il convegno Giornalisti aggrediti, colpevoli impuniti. Che cosa accade in Italia. L’allarme ONU che si è svolto a Roma, presso la Sala Koch di Palazzo Madama sede del Senato della Repubblica. In quell’occasione è stata eseguita per la prima volta in pubblico il brano musicale Libertà va cercando, inno per la libertà d’espressione, composto dal musicista Vittorio Mezza e prodotto in collaborazione con Ossigeno per l’informazione.

Il brano Libertà va cercando, titolo emblematico, di evocazione dantesca si può ascoltare sulla piattaforma  You Tube.

Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”. Sono le parole con cui Virgilio presenta Catone l’Uticense a Dante nel primo canto del Purgatorio della Divina Commedia, figura storica considerata l’emblema delle libertà repubblicane.

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